Il racconto della Gospel Connection 2015 (part II)

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il racconto della GC di Domenico De Luca, prima partecipazione per lui a questa manifestazione (nella foto a sinistra)

“Questa è stata la mia prima esperienza alla Gospel Connection- racconta Domenico, uno degli ultimi nuovi arrivi del coro vastese- ed ero partito convinto del fatto che non sarebbe cambiato niente nella mia vita, nonostante tutti mi avessero assicurato il contrario. Immaginavo sarebbe stata un’esperienza che mi avrebbe migliorato dal punto di vista esclusivamente musicale, tecnico (e in realtà non ero sicuro neanche di questo). Mi sono dovuto ricredere sotto ogni punto di vista.

Come vede la Gospel Connection un adolescente arrogante, presuntuoso e ateo IMG_9463convinto?  Vedere più di trecento persone cantare canzoni dedicate ad un Dio in cui non credevo, sorridenti e gentili, felici mi ha fatto sentire strano, quasi come se quel mondo non mi appartenesse, come se fossi estraneo. E in realtà lo ero. Ma giorno per giorno, tra una canzone ed un’altra, ho cominciato a sentire qualcosa dentro. Quando salutavo i ragazzi del mio coro, quando cantavo le canzoni che ci venivano insegnate, quando leggevo i testi dei brani mi sentivo sempre più partecipe, sempre meno ‘alieno’.  La voglia di cantare quelle canzoni semplicemente perché erano belle venne sostituita quasi da un bisogno di cantarle, perché servivano a qualcosa, a qualcosa di molto importante. Ma purtroppo non riuscivo ancora a capire cosa. Così ho smesso di pensarci e sono tornato sui miei passi, focalizzando l’attenzione sulla tecnica, sul canto fine a se stesso.

IMG_9363Sono rimasto impressionato dalla straordinaria bravura dei pastori e dei ministri di lode. Dalla precisione, dalla tecnica impeccabile, dalla loro incredibile capacità di motivare tutte quelle persone. Ho seguito le lezioni con passione, con quella stessa passione che avevo in passato, ma che per qualche motivo durante quest’ultimo periodo della mia vita avevo dimenticato.  Ho partecipato anche al corso per solisti. Ho voluto imparare a cantare come quelle persone, conoscere il segreto. E’ una lezione ‘storica’ sulla nascita del Gospel e del suo significato. Ho pensato all’inizio di stare a perdere solo tempo, ma senza rendermene conto, stava nascendo una nuova consapevolezza in me. Quel ‘qualcosa’ dentro di me diventava sempre più forte e pulsante. Mi ha fatto anche paura.  Ho accantonato il pensiero ancora una volta e ripresi a seguire i corsi. La sera della benedizione mi sono sentito molto nervoso, decisi così di non parteciparvi, ma con una motivazione diversa dal solito. Non era più un ‘non ci credo’ ma un ‘non me lo merito’.

Ancora una volta stavo scappando da quel ‘qualcosa’. Sabato ci fu un clima diverso IMG_9339rispetto a quello a cui mi stavo abituando. C’era tensione, nervosismo nell’aria. C’era un concerto da fare e tutti erano molto concentrati. Quello era il mio mondo, mi sentivo molto tranquillo, la mia ‘crisi mistica’ era passata per il momento. Il concerto fu qualcosa di meraviglioso, divertente.. Indescrivibile! Ma mi mancava qualcosa. Non ero felice. Ero entusiasta, divertito, pieno di energie. Ma non felice. Quando me ne accorsi pensai fosse a causa della Gospel Connection, in fondo non era cambiato niente in me durante questa esperienza, giunta quasi al termine. Quella sera quel cambiamento che stava avvenendo in me cessò. Tornai ad essere un ‘estraneo’. Domenica mattina mi sentivo come il primo giorno, come se non fosse cambiato niente. Entrai tranquillo nel teatro dove nei giorni precedenti si cantava e si ballava, ma c’era meno gente rispetto agli altri giorni, era una sorta di meeting. Si facevano delle semplici domande ai pastori e ai ministri, non mi sembrava una cosa interessante, ma restai. Non stavo ascoltando, ma avevo pensieri diversi da quelli abituali. Pensavo alla mia vita, al perché nell’ultimo periodo fossi diventato così insensibile, freddo, scontroso. Erano pensieri che non avevo mai avuto prima. Poi la mia attenzione si spostò su uno dei pastori. Stava benedicendo una coppia di ragazzi. Per un attimo mi guardò, non prestavo attenzione a quello che diceva, non riuscivo. Sentivo solo che quel ‘qualcosa’ dentro di me era tornato, stavolta fortissimo, come un terremoto. Scoppiai a piangere, forte. Pensavo intensamente alla mia vita, al male che avevo causato. Mi sentii davvero triste. Piansi per circa mezz’ora, poi senza rendermene conto cominciai a ridere felice. Mi sentivo libero.  Partecipai alla funzione. Pregai intensamente. Quel qualcosa che sentivo dentro di me era Dio, che senza chiedere, senza avvisare, raggiunse anche me.

Questa è stata la mia Gospel Connection. Mi ha lasciato una nuova consapevolezza di me stesso, del Gospel e del messaggio che trasmette. Ha fatto crescere me ed il mio coro, gli Angel’s Eyes, che dopo questa esperienza vissuta insieme, sento davvero mio.  Mi ha fatto conoscere persone fantastiche, da cui ho imparato molto. Mi ha fatto divertire, entusiasmare, ridere, piangere.. ma soprattutto, dopo tutto questo tempo, mi ha fatto ritrovare me stesso.

Ringrazio ognuno di voi.
E ringrazio Dio, per essere venuto a riprendere la sua ‘anima smarrita’.

(di Domenico De Luca, foto di Debora Ballatori)
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